Quante volte ci è capitato di posticipare un dovere? I compiti a casa, i piatti nel lavandino, appendere il quadro comprato mesi fa… Questo modo di evitare le responsabilità ha il nome di “procrastinazione”, ed è qualcosa che, in una certa misura, facciamo tutti in modo più o meno frequente. Di per sé non è un dramma se un pomeriggio dopo la scuola non ci siamo messi subito a studiare perdendo tempo a leggere un fumetto o distraendosi giocando, ma può diventarlo se questo tipo di comportamento diventa abitudinario: quello che prima era un po’ di sano relax diventa man mano un evitamento dei propri doveri, in favore di attività frivole che aiutano a perdere tempo e distrarsi da ciò che si dovrebbe fare davvero.
Ma per quale motivo si procrastina? Il motivo più comune è una semplice avversione alla fatica che si deve fare per portare a termine un compito, che però può nascondere una paura nei confronti delle proprie responsabilità: se sentiamo qualcosa come importante vogliamo farlo al meglio ed evitare a tutti i costi di fallire nel nostro compito, per non deludere gli altri e non fare brutta figura; ciò fa sembrare anche qualcosa di semplice come scrivere una email o un compito di matematica un’impresa erculea, cui la sola idea di sottoporsi ad essa fa rabbrividire e pensare: “Ma chi me lo fa fare?”
Tale tipo di pensieri possono addirittura portare a credere a priori di non poter riuscire in un compito, o che il risultato che ci si attende non sarà mai all’altezza delle aspettative, rimanendo quindi bloccati davanti alle più piccole responsabilità quotidiane.
Come facciamo a non cadere in questa trappola? La costanza è la nostra migliore amica: tenersi allenati a fare ciò che non ci piace rende anche il compito più fastidioso rapido e semplice; in particolare, se ciò che sfida di più la nostra voglia di fare è qualcosa che si ripete quotidianamente o settimanalmente (come studiare o portare fuori la spazzatura) è molto efficace dedicargli un momento ben definito, con orari e giorni prestabiliti, di modo da creare l’abitudine e mantenerla nel tempo. Generalmente, un’attività diventa parte della nostra routine quotidiana se la si svolge alla stessa ora per almeno due settimane consecutive. Ricordiamoci che le responsabilità sono un po’ come andare in bicicletta: la parte più difficile è la partenza, dopo di che basta continuare a pedalare.
Infine, è importante riconoscere quando la procrastinazione è diventata un blocco o un metodo di fuga dalle proprie responsabilità. Se qualsiasi attività, anche le più semplici, diventa qualcosa che evitiamo a tutti i costi è importante chiedersi il perché, provando a trovare una causa dei sentimenti che ci tengono vincolati e incapaci di agire. In questi casi, è lecito ed opportuno chiedere aiuto: una procrastinazione costante e debilitante può essere indizio che qualcosa non va ed è bene parlarne, che sia con qualcuno di fidato o, se davvero impattante, con il proprio medico o psicoterapeuta. Un disagio, per quanto possa sembrare frivolo o di poca importanza, è sempre degno di nota e da non trascurare.
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