La comunicazione: una competenza vitale

Non ci pensiamo quasi mai, eppure quotidianamente la comunicazione fa parte della nostra vita. In senso evolutivo, se pensiamo al percorso che facciamo da quando nasciamo, è permeato dalla comunicazione sia con la famiglia che con gli amici e, in diversa misura, anche con noi stessi.

Cos’è la comunicazione? È uno strumento sociale fondamentale per poterci connettere con gli altri, esprimere sentimenti, stati d’animo, pensieri, idee e sensazioni. Essa passa sia attraverso la verbalità, quindi il diretto impiego della parola per esprimersi, sia attraverso la fisicità, come la prossemica, i gesti inconsapevoli, le reazioni fisiologiche; insomma, comunicare non è solo parlare, significa anche moderare il tono della voce, scegliere le parole più adatte, coinvolgere il corpo in quello che si vuole trasmettere, essere consapevoli della propria postura e dello spazio occupato nell’ambiente. Ciononostante, non è per niente facile comunicare senza equivoci e fraintendimenti, perciò è cruciale sapersi esprimere in maniera chiara ed efficace.

Comunicazione efficace significa essere in grado di esprimersi in modo chiaro e comprensibile, riuscendo a fornire agli altri anche ascolto attivo e comprensione. Ciò implica la necessità di una certa consapevolezza delle proprie idee ed emozioni così come la capacità di adattare le modalità di espressione al contesto per garantire una funzionale trasmissione del messaggio. Inoltre, in caso di conflitti è necessario essere in grado di assumere un atteggiamento costruttivo al fine di sfruttare al meglio l’occasione di confronto che si è presentata. Dunque, è proprio grazie alla comunicazione efficace che noi riusciamo a cogliere a pieno il messaggio che le persone vogliono trasmetterci, comprensivo di parole, emozioni e messaggi non verbali.

Purtroppo, difficilmente ogni individuo ha lo stesso stile comunicativo.

In alcuni casi si possono osservare difficoltà nell’esprimere apertamente desideri, opinioni e pensieri per il timore di creare conflitti. Tuttavia, questo approccio passivo se da un lato “protegge” l’individuo, dall’altro evoca sentimenti di frustrazione e impotenza di fronte alla necessità di comunicare le proprie esigenze.

Di contro, è possibile osservare anche individui completamente sbilanciati su sé stessi, che non tengono conto delle esigenze e dei diritti altrui. Questo comportamento aggressivo tende a generare tensioni e conflitti e, talvolta, anche condotte violente.

Dalla combinazione di questi due stili comunicativi, possiamo individuare anche lo stile passivo-aggressivo, il più subdolo. Esso si manifesta attraverso comportamenti che mascherano sentimenti di rabbia e aggressività, indiretti e manipolatori: ciò è molto dannoso perché genera confusione, mina la fiducia e la trasparenza dei rapporti interpersonali.

È solo grazie alla comunicazione efficace che possiamo adottare uno stile comunicativo assertivo e superare le criticità degli altri approcci. La chiarezza nell’esprimersi, il rispetto reciproco, l’ascolto attivo e la capacità di negoziazione sono tutti strumenti che ci permettono di stabilire dei confini sani all’interno delle relazioni e ci garantiscono un buon livello di benessere sia emotivo che relazionale.

Come abbiamo visto, la comunicazione passa attraverso i ben noti aspetti linguistici ma ha anche diverse componenti non verbali, come i gesti, la postura, lo spazio occupato, e gli aspetti paraverbali, come il timbro o la velocità della locuzione. È impossibile non comunicare, tanto vale imparare farlo al meglio no?

‍