Durante la propria vita, e soprattutto in questo periodo di pausa dal lavoro, dalla scuola, dalle responsabilità, è possibile che si venga assaliti da una serie di domande profonde: “Chi sono davvero?”, “La mia vita è quella che voglio?”, “Le mie scelte sono davvero mie?”; domande di questo tipo possono prendere piede nella nostra mente quando non ci si sente sicuri della persona che siamo o, addirittura, di non essere protagonisti della nostra storia. Queste domande possono portare con loro ansie e frustrazioni, ma sono anche una chiave per risolvere quei problemi che, quando siamo più indaffarati, possiamo concederci di ignorare.
La domanda “Io chi sono?” ci si para davanti come un colosso, ma i nostri pensieri di fronte a questa domanda ci svelano il vero problema: magari siamo preoccupati perché la nostra carriera si è rivelata non adatta a noi, magari le nostre relazioni non ci soddisfano come pensavamo, o magari ancora è la nostra salute, la nostra apparenza o la nostra identità di genere. Una volta che abbiamo individuato il nocciolo, il passo successivo è individuare le cause che ci vincolano dal cambiare le cose.
E se il problema non è così chiaro? Naturalmente, un dialogo con un professionista è sempre consigliato, ma esistono anche alcuni metodi che è possibile seguire per tutti, al fine di prendere maggiore consapevolezza di sé. Alcune soluzioni comuni sono:
• Pratiche di meditazione o introspezione, che possono portarci a migliorare il contatto con noi stessi e stimolare dialogo interno;
• Tenere un diario personale, che sia una pagina o una riga al giorno, per registrare gli aspetti positivi e negativi di una giornata e poter riflettere su di essi con una mente fresca in un secondo momento;
• Adottare uno stile di vita “mindfull”, ovvero attento e non giudicante verso se stessi e gli altri, allenandosi ad osservare senza criticare e riconoscere la realtà “per come è”, pensando a “come dovrebbe essere” in un secondo momento e con uno sguardo chiaro.
Una volta inquadrato cosa ci preoccupa davvero, si può incorrere in un secondo dilemma: ciò che ci spaventa davvero di queste domande esistenziali è il cambiamento che si deve intraprendere per risolverle. Esistono anche qui degli stratagemmi per abituarsi alla novità e allenarsi ad attribuire correttamente le cause e responsabilità degli eventi.
• Scrivere una lista di quello che ci blocca da essere chi vogliamo e distinguere ciò che viene da dentro (dubbi, preoccupazioni, limiti personali) da ciò che è imposto da fuori (necessità economiche, opinioni altrui, limiti di spazio o di tempo), così da poter capire meglio su cosa si può agire attivamente;
• Praticare un hobby e svagarsi con un impegno autoimposto, aumentando il senso di responsabilità su se stessi e di poter agire autonomamente verso i nostri scopi;
• Praticare attività di volontariato o sportive di gruppo, conoscendo nuove persone con interessi affini e trovando luoghi dove poterli condividere.
Tutto questo parte dal presupposto di voler cambiare: che si tratti di voler smettere di fumare o di una transizione di genere, ogni azione o percorso che viene intrapreso ha un effetto su di noi e sul mondo, ed è quindi necessario avere fiducia in sé e nell’azione che si compie per ottenere un cambiamento che sia soddisfacente. Ricorda che è normale essere spaventati dal cambiamento, ma che dopo aver fatto la scelta e lo sforzo del primo passo le cose vanno sempre in discesa: il momento più difficile mentre si sposta un macigno è il primo centimetro, bisogna avere solo la forza di spingere.
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